Nel settembre 2011 ha fatto grande scalpore una notizia data da un gruppo di ricercatori del CERN di Ginevra e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. I neutrini, secondo le prove sperimentali svolte dai due centri, potevano viaggiare più veloci della luce, ossia più veloci di 299.792 km/s.

Se la scoperta fosse stata vera sarebbe stata messa in discussione la teoria della relatività di Einstein, una teoria mai smentita da evidenze sperimentali.

La notizia ha avuto anche ripercussioni in ambito politico: l’allora Ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, nel complimentarsi per i risultati ottenuti, parlò di un tunnel sotterraneo tra il CERN e il Gran Sasso. Anche se la responsabilità dell’infelice uscita è stata poi attribuita ad un addetto stampa, ha trovato ugualmente ampio spazio in rete come dimostrano i numerosi tweet pubblicati con l’hashtag #tunnelgelmini.

Gli errori strumentali nel calcolo della velocità dei neutrini

Pochi mesi dopo, nel febbraio 2012, la Collaborazione OPERA (il nome del progetto sviluppato da CERN e i laboratori di Fisica del Gran Sasso) ha dichiarato che la misurazione ottenuta era legata ad errori strumentali. L’articolo di presentazione dei risultati che era ancora in fase di valutazioni è stato così ritirato.

Secondo quanto si legge nel sito dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare si è trattato di un errore strumentale sistematico:

“L’anomalia precedente è stata attribuita ad un elemento difettoso del sistema di cronometraggio delle fibre ottiche dell’esperimento.”

Nel giugno 2012 il CERN ha presentato i risultati di altri 4 esperimenti condotti effettuando nuove misurazioni. In nessun caso la velocità misurata dei neutrini è risultata essere superiore a quella della luce.

All’oggi quindi  non ci sono prove sperimentali che permettano di dire che i neutrini sono più veloci della luce.

Ma restano online le notizie che raccontano dei dati provvisori forniti nel 2011: quindi… attenzione!