Che cosa si intende parlando di “illusione dell’influencer” di cui parla Giuseppe Tipaldo nella quinta lezione del corso Fisica per i Cittadini? Scrive Tipaldo ne “La società della pseudoscienza” (ed. Il Mulino)

L’uomo e la donna social pretendono […] con sempre maggior veemenza di essere riconosciuti come influencers, microemittenti proattivi, propagatori di trilioni di storie quotidiane capaci di condizionare i processi culturali in atto nella società di cui si sentono parte.

L’avvento dei social network e dalla sempre più facile fruizione di strumenti a basso costo, ha reso oggi possibile a tutti di poter esprimere la propria opinione.

[…] il superamento dei vincoli un tempo imposti dai meccanismi di selezione delle élite tipici del media system «tradizionale» (l’ormai desueta «gavetta») ha favorito la formazione di schiere di opinion leaders del Sé(lfie), la cui reputazione si costruisce collettivamente, a partire da indicatori quantitativi di gradimento (visualizzazioni, like, condivisioni, commenti ecc.), a prescindere dall’attendibilità della fonte.

Ovvero: quando la credibilità si misura in like e condivisioni ecco che viene meno l’attenzione alla reale competenza dei soggetti che esprimono determinati argomenti.

Vaccini e autismo: se l’influencer è un’attrice

L’illusione degli influencer non riguarda soltanto “persone comuni” che improvvisamente si ritrovano a poter contare su ampie schiere di pubblico digitale su cui riversare le proprie opinioni su qualunque cosa, ottenendo un consenso che in altri momenti non avrebbero avuto.

È grazie alla notorietà ottenuta in settori molto diversi dalla medicina che nel 2007(1), Jenny McCarthy, attrice e modella statunitense, ha pubblicato un libro sulla sua esperienza di madre di un bambino autistico diventando megafono del movimento No Vax USA (2).

Con le sue comparsa in numerosi programmi televisivi per sostenere la correlazione tra vaccini e autismo, portando a valore il suo “istinto di mamma” e le ricerche da lei condotte usando “l’Università di Google”, ha fornito nuova forza al movimento No Vax. Le sue tesi antivacciniste, prive di fondamenti scientifici, non sono rimaste confinate alle comparse televisive e ad un libro cartaceo, ma condivise da numerosi siti internet prima e poi rilanciate dai vari canali social legate alla comunità digitale contraria ai vaccini.

Jenny McCarthy ha così sfruttato il suo ruolo di personaggio pubblico per diventare opinion leader di un tema di cui non poteva vantare alcuna competenza. Sfruttando il seguito dei suoi profili (oltre 1 milione di follower su Twitter oggi), legati alla sua attività professionale, non ha perso occasione di dispensare consigli in campo medico, pur non avendone alcuna autorevolezza.

(1)Kata, Anna. «Anti-Vaccine Activists, Web 2.0, and the Postmodern Paradigm – An Overview of Tactics and Tropes Used Online by the Anti-Vaccination Movement». Vaccine, vol. 30, n. 25, maggio 2012, pagg. 3778–89. Crossref, doi:10.1016/j.vaccine.2011.11.112.
(2)L’idea che esista una relazione tra vaccino e autismo non ha alcuna base scientifica. Si tratta di una frode scientifica: potete leggerne in dettaglio sul sito dell’Istituto Nazionale di Sanità.