“Quanto pesa il mare?” A chiederselo è il protagonista di uno dei racconti di David Szalay, scrittore canadese-ungherese di spicco, contenuto in “Tutto quello che è un uomo” (Adelphi, 2017).

A partire dai risultati ottenuti calcolando quanta acqua c’è nel mare riuscite a verificare se i suoi calcoli sono corretti?

Vi riportiamo qui di seguito un frammento del racconto e se volete scoprire perché il protagonista si spinge a voler dare una dimensione al mare… non vi resta che cercare il seguito.

 

[…]
Semipnotizzato dalle pesanti forme che trovano e perdono la luce, si chiede: Quanto pesa il mare? Poi entra in azione la sua mente logica: Qual è il volume del mare? E: Qual è la sua profondità media? La sua superficie totale? A questi due dati, pensa, non deve essere difficile risalire – e a quel punto si ottengono tutte le risposte, visto che di fatto il volume dell’acqua e la stessa cosa del suo peso.
Rientra, togliendosi dal vento, e chiama Mark.
Quando lo steward compare gli dice: “Mark, devi scoprire due cose per me”.
“Certo, signore”.
“La profondità media del mare”.
“Sì, signore”.
“E la superficie totale”.
“Del mare, signore?”.
“Sì”.
“Nient’altro, signore?”.
“No”.
“Mi informo subito, signore”.
“Grazie, Mark”.
Rimasto solo aspetta con impazienza l’arrivo dei numeri e, seduto al tavolo da pranzo, finalmente accendo il sigaro. Qualche minuto dopo bussano piano alla porta.
“Sì”.
“Ho le informazioni che cercava, signore” dice Mark.
“Sentiamo”.
“La profondità media è di 3682 m”.
“Così tanto…?” Mormora lui, prendendo nota. “Bene…”.
“La superficie totale è di trecentosessantun milioni di chilometri quadrati”.
“Sicuro?”.
Mark esita. Ha googolato la domanda. Ma il suo datore di lavoro saprà a stento cosa sia Google e probabilmente pensa che abbia passato gli ultimi minuti attaccato al telefono con gli oceanografi delle più prestigiose università del mondo, gente lietissima di essere interrotta pur di aiutarlo nel suo importante compito.
“Ho fatto verifiche incrociate, signore” dice, incerto.
“D’accordo. Per adesso è sufficiente”.
“Le serve altro, signore?”.
“Adesso no, grazie”.
“Sì, signore”.
Mark si ritira.
Sta già facendo i calcoli, tutto eccitato – a mano, come gli hanno insegnato tanto tempo fa in una scuola tecnica sovietica.
La superficie totale è in chilometri quadrati, quindi il primo passo è convertirla in metri quadrati, laddove 1 chilometro quadrato corrisponde a… a un milione di metri quadrati…
Poi moltiplicare quelli per la profondità media…
Occorre scrivere un sacco di zeri.
E questo è il volume…
Che è la stessa cosa del peso in tonnellate metriche.
1.329.202.000.000.000.000 di tonnellate.
Uno punto 3 milioni di trilioni di tonnellate.
Vittoria!
Il peso del mare.

[…]

– David Szalay, “Tutto quello che è un uomo”, Adelphi, 2017 pp. 320-323

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